Iniziando a pensare a come collocare questa produzione, è inevitabile rimarcare che, rispetto ai presupposti di quello che fu l'annuncio iniziale, non si tratta ne di un SMT ne di un Fire Emblem. Le citazioni sono perlopiù visive, fanservice.
Siamo dalle parti di uno spinoff di Persona a tema showbiz/idol, una roba imbarazzante sia per concept narrativo che per livello medio del testo. Personaggi e side-quests da incubo "colorato".
Probabilmente è tutto un voler rifarsi stilisticamente ai colori di Shibuya e di ciò che culturalmente ci gira attorno.
In una decina di ore avrò visto dieci righe di testo salvabile. Una volta lasciato in auto-advance nelle fasi critiche, pre ingresso dungeon e boss, il resto è roba da skip continuativo.
In quel senso mi ricorda un po' Tokyo Xanadu, con le sue porte che si aprivano qua e là, attimi di oscurità in un ciarpame urbano e tonnellate di dialoghi aberranti. In questo è peggiorativo con margine dei Persona più discutibili
Dal punto di vista ludico però c'è veramente poco di associabile a FE. L'approccio è coerente con altre produzioni Atlus viste dalla gen PS2 ad oggi. Qui ci sono più debolezze fisiche rispetto a P3, ed un uso differente dell'exploit delle debolezze, ma il concetto è assimilabile.
Il dungeon design, pur talvolta confusionario, ci sta nel contesto dei dungeon crawler Atlus. Le skill sono mediamente le classiche che ben conosciamo.
Per quanto riluttante lato concept/narrazione, penso che non potrò far altro che spostarlo nella sezione "MegaTen". D'altra parte ci ho messo i Devil Children, i Last Bible e non è che i Persona Q siano tanto più rispettabili...
Edited by LeveL - 31/3/2021, 13:12