SnakePlissken |
|
| CITAZIONE (Sabatma @ 15/8/2011, 15:23) CITAZIONE (Level MD @ 14/8/2011, 21:11) lascia più di qualche dubbio e purtroppo nel gioco viene enfatizzata poco la morte di ognuno... non sembra neanche che muoiano uno dopo l'altro alla fine mi è piaciuto per il collegamento con il filmato introduttivo... richiamandosi al sacrificio e alle nuove vite è mancato un po dal punto di vista della regia Non è tanto quello, è proprio il fatto che il Brahman è deludente sotto ogni punto di vista, non solo è infinitamente più semplice da battere di Meghanada ma non ha neanche niente da dire, arrivi lì, picchi il faccione di Brahman per mezz'ora, capisci (da cosa?) che la guerra è brutta e il bottone di reset galattico viene premuto (come?) e tutto torna a posto. Shan-ti, shan-ti, fine.
Manca la catarsi, non sono soddisfatto. Sono d'accordo che il boss finale sia troppo semplice (l'ho finito al primo colpo), ma il finale ha perfettamente senso ed è coerente con l'impostazione fortemente buddhista di tutti e due i capitoli. Non c'è nessun reset, Seraph giunge all'illuminazione, quindi all'estinzione di ogni Karma, e diventa un Bodhisattva (un illuminato, cioè che si è liberato appunto). Gli altri personaggi, morti nel corso del gioco, non hanno raggiunto ancora l'illuminazione e quindi si reincarnano, coerentemente con la dottrina del Karma. Il discorso su Brahman è complicato: in estrema sintesi, nell'induismo, Brahman non è il "vero Dio", un creatore, ma solo un'ennesimo ente (cioè qualcosa che esiste). Infatti per l'induismo e il buddhismo il mondo è increato, quindi anche le creature divine sono soggette alla ciclicità e al mutamento, infatti il buddhismo postula tutta una complessa teoria dei cicli cosmici per cui ogni kalpa (la durata di un intero universo) è un giorno della vita di Brahma; Bhrama vive 100 anni e poi muore, per poi rinascere nuovamente e così via. E' complicato, ma se c'è qualcuno curioso o interessato posso approfondire
|
| |